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NomeFrassino
Nome ScientificoFraxinus excelsior
FamigliaOleaceae
Nome ComuneFrassino comune o Frassino maggiore
Foto
DescrizioneAlbero di medie dimensioni raggiunge altezze di 17-27 m ed un diametro di 1 m. La corteccia è liscia, grigio chiaro, spesso diviene ruvida, con screpolature marrone chiaro con l'avanzare dell'età dell'albero. I rametti sono robusti, lisci poiché ricoperti superficialmente da peluria, e rossicci o castani nella colorazione. La corteccia ha lenticelle come anche cicatrici a forma di cuore delle foglie (cioè un segno lasciato sul ramo quando una foglia cade) con molti fasci di cicatrici (ovvero piccoli segni dove le venature delle foglie prima erano unite all'albero) intorno ai bordi. Le gemme hanno una fine peluria, forma a cupola e sono parzialmente nascoste da Albero di notevoli dimensioni fino a 40 m di altezza, lo si trova in tutta la penisola italiana, meno sporadicamente nell'Appennino centro settentrionale, ha il tronco dritto e cilindrico con corteccia dapprima liscia e olivastra, successivamente grigio-brunastra e screpolata longitudinalmente; le gemme sono vellutate e di colore nerastro; i fiori, ermafroditi, sono riuniti in infiorescenze (L'infiorescenza ? un insieme di fiori inseriti sullo stesso peduncolo) ascellari a pannocchia e sono piccoli, di colore verdastro e compaiono prima delle foglie; sono privi di calice e di corolla con stami brevissimi sormontati da un'antera globosa di colore porpora scuro; i frutti sono samare (Frutto caratterizzato dal contorno, parziale o totale, di ali membranose) bislunghe a forma variabile con base arrotondata o troncata, con un unico seme, riunite in grappoli pendenti. l picciolo, sebbene siano completamente visibili nella stagione latente nelle cavità delle cicatrici delle foglie. I rami hanno un colore che va dal grigio chiaro allo scuro, sono lisci, lucenti e hanno lenticelle in rilievo che diventano fessure con la crescita dell'albero. Le estremità dei rami diventano pendenti. Tutte le parti della pianta hanno un forte odore caratteristico che spesso è associato agli arachidi o agli anacardi. I fiori sono piccoli e si presentano in grandi infiorescenze (L'infiorescenza è un insieme di fiori inseriti sullo stesso peduncolo) che raggiungono la lunghezza massima di 50 cm fino all'ultimo nuovo germoglio. I fiori solitari variano in colore dal verde giallognolo al rossiccio, ognuno con cinque petali e sepali. I sepali (Ciascuna delle parti che compongono l'involucro fiorale esterno) sono a forma di tazza, lobati e uniti mentre i petali sono valvari (si toccano ai bordi senza sovrapporsi), bianchi e pelosi verso l'interno. L’ailanto è nativo della Cina nordoccidentale e centrale e di Taiwan. Diversamente da altri membri del genere Ailanthus, è diffuso in climi temperati anziché tropicali. L'albero cresce rapidamente ed è capace di raggiungere altezze di 15 m in 25 anni. È però poco longevo e solitamente non supera i 50 anni. In Cina, l'albero del paradiso ha una lunga e ricca storia. È citato nel più antico dizionario cinese conosciuto e menzionata in innumerevoli testi di medicina cinesi per la sua riconosciuta abilità di curare mali che vanno dalle malattie mentali alla perdita dei capelli. Le radici, le foglie e la corteccia sono usate ancora oggi nella medicina tradizionale cinese, principalmente come astringenti. L'albero è stato estesamente coltivato sia in Cina che in altri paesi per l'allevamento del bombice dell'ailanto, una falena impiegata per la produzione della seta. L'albero fu importato in Europa per la prima volta nel 1740 e negli Stati Uniti nel 1784. Fu uno dei primi alberi ad essere portato in occidente in un'epoca in cui la cineseria dominava le arti europee, e fu inizialmente presentato come una specie ornamentale. L'entusiasmo iniziale svanì presto, dopo che i giardinieri dovettero affrontare la sua capacità pollonante (Con il termine botanico pollone si indica quella parte di una pianta sotto forma di ramo che si sviluppa direttamente sul tronco o ai piedi dell'albero, a volte anche direttamente dalla radice) ed il suo odore disgustoso.

Liceo A.Tosi